A.R.I. TROPOSCATTER ITALIA  "GRUPPO MICROONDE  MONTE DEL GIOGO E MONTE MAGGIORE"

M O N T E  DEL G I O G O

COMANO  (MS )                             EX BASE NATO TROPOSCATTER " LIVORNO"

ARI

 

PUBBLIACAZIONE APPARSA SU  R.R. DEL 01/2007

 

RADIOAMATORI  ITALIANI

GRUPPO SCATTER MONTE DEL GIOGO

MONTE DEL GIOGO

Comano (MS)

 

IW4AID Paolo Romanini

 

 

Monte del Giogo: primo rapporto

 

La neve se n’era andata a maggio e un autunno particolarmente mite ha consentito ottima permanenza in vetta fino a metà novembre: due parole sulla genesi del progetto e sul lavoro svolto nell’anno trascorso, dopo che il 30 settembre il C.D.N. ha conferito al Gruppo Scatter Monte Giogo il patrocinio tecnico dell’iniziativa, aprendo quindi la possibilità a tutti i soci di parteciparvi.

 

  Premessa

Credo che la molla che ha fatto scattare l’idea ai primi promotori del Gruppo Scatter Monte Giogo di Parma di chiedere e (con non poco impegno) ottenere dal Demanio Toscano la gestione del l’ex base Troposcatter, coinvolgendo poi nell’impresa l’ARI, risieda essenzialmente in tre precisi elementi. Il primo, a mio avviso il più pregnante, penso sia risieduto nell’ammirazione verso l’essenza tecnica del network del quale quel compendio fu importante porzione, basato su un fenomeno propagativo molto usuale per chi ama e abitualmente frequenta le gamme VHF, UHF e le microonde. Ammirazione, quindi consapevolezza (soprattutto se pensiamo all’epoca di ideazione del sistema in oggetto) del pesante divario tecnico che sempre più separa il nostro mondo da quello del reale utilizzo pratico e sociale delle radiocomunicazioni. Ciò dunque voleva essere una proposta, in termini coinvolgenti, rivolta al risveglio di un sano spirito radiantistico che da tempo (è sotto gli occhi di tutti)  sta lentamente ma inesorabilmente lasciando il posto a strutturate attività ed incombenze che nulla hanno a che fare con esso.

Identificherei la “seconda molla  motrice” nella consapevolezza da parte di detti promotori, che queste strutture costituiscono  le ultime, più avanzate e irripetibili “cattedrali” delle comunicazioni terrestri a lunga portata, il cui abbandono fu decretato solo, dopo quasi trent’anni di ininterrotta attività, dal frenetico sviluppo quali-quantitativo dei network satellitari. Il terzo elemento “motore” dell’iniziativa, del quale invece non ipotizzo ma sono ragionevolmente sicuro, è dato dalla volontà di preservare dal totale degrado queste testimonianze tecnologiche, compito che per i radioamatori, intesi nel significato vero della parola, dovrebbe istintivamente costituire motivo di urgenza.

( FOTO 01 )

( FOTO 03 )

 

   L’inizio

Questa iniziativa, alla quale lo scrivente ha dato modesto apporto, è nata in sordina grazie all’intuizione di Marco IK4MZJ  e Nicola I4YMB poi seguiti da Gianguido I4BKM, ed ha successivamente  trovato il lungimirante appoggio dell’ARI, che oltre alle caratteristiche storico-tecniche poc’anzi sommariamente ricordate, ne ha individuato l’elevato potenziale aggregativo.

Nonostante l’impresa da subito si sia palesata piuttosto temeraria (l’ex base del Monte del Giogo è sostanzialmente un paesotto posto sull’esatta cima di un monte di oltre 1500 metri di altezza, nel quale la funzione del campanile è svolta da uno splendido traliccio a doppia balconata di circa 25 metri, delimitato a sud ed a ovest dalle possenti strutture metalliche dei quattro aerei), il luogo è indubbiamente accattivante e paesaggisticamente delizioso. D’estate non esiste afa ne caldo, quando non gracchiano le radio c’è un silenzio incantevole e, soprattutto per chi ama il mondo dell’etere, chiacchierare e starsene tra amici all’ombra di quattro irripetibili paraboloidi da 20 metri di diametro con lo sguardo che può accarezzare  a piacimento le Apuane massesi e versiliesi, il golfo di La Spezia, la Corsica, l’Alpedi Succiso o una buona fetta della splendida Lunigiana, aiuta a ritemprare il corpo e lo spirito.   

 

   In breve, i lavori

Per questi motivi l’intrapresa, indubbiamente impegnativa e necessitante di dedizione, è egregiamente decollata. In pochi mesi l’ex base Troposcatter è stata ripulita dai rottami che la lordavano, sia esternamente che all’interno dei fabbricati, ivi compresa la liberazione dai vecchi cavi che percorrevano la fitta rete di cunicoli che popolano il sottosuolo.  Il compendio è stato poi chiuso, nel senso che il cancello è stato riparato e messo in sicurezza, così pure dicasi per gli oltre 700 metri di recinzione che lo circondano. In tal senso l’Agenzia del Demanio aveva dato precise direttive.

I lavori si sono poi concentrati sulla palazzina radio, cioè quel fabbricato situato sul vertice che ospitava le apparecchiature di rice-trasmissione e nel quale confluiscono le guide d’onda dei quattro paraboloidi. Anch’esso è stato pulito, munito di vetri e di porte, ricollegato alla corrente elettrica e rimesso in sicurezza.

Contestualmente a questi lavori si è proceduto a collegare il compendio con la rete ADSL di Aulla mediante una tratta WiFi sulla quale ora scorre, tra l’altro, la webcam (piazzata inizialmente con inquadratura provvisoria) che riprende uno dei paraboloidi sud ed il traliccio centrale. Ricordo che questa è consultabile su alcuni siti: (www.ik4mgv.it/monte_giogo.htm - www.prolocoaulla.it/mgiogo.jpg -  www.linkuhfmolinatico.it/ita/webcam.htm) con possibilità di aggiornamento dell’immagine ogni 10 minuti circa. È in funzione anche un digipeater APRS (IR4 UAB-11).

Altro lavoro svolto è costituito dal piazzamento e dall’attivazione di un buon sistema d’allarme sia sulla palazzina che nell’intera area, mediante sistemi anti intrusione e possibilità di monitoraggio e registrazione a distanza dei punti salienti del compendio stesso, mediante telecamere a visione diurna-notturna.

 

( FOTO 02 )

( COPERTINA/APERTURA )

 

Le necessità di restauro del sito hanno in questa prima fase prevalso su quelle ludiche (anche se un paio di contest sono stati fatti con ottimi risultati, grazie alla posizione ad al fatto che nel luogo non operano broadcasting  ed alla miracolosa schermatura naturale di cui esso gode nei confronti dei principali siti di diffusione commerciale), ma non poteva essere altrimenti ed i lavori hanno dato buoni risultati operativi.

Lo splendido traliccio, miracolosamente a disposizione (non è frequente trovarne uno, praticamente vuoto e in eccellenti condizioni, sulla vetta di un monte a 1500 metri di quota),  ha ben presto iniziato a ripopolarsi: ancoraggio alto per una filare provvisoria per decametriche, supporto della lunga antenna del Digipeater, riattivazione delle rosse lampade di sicurezza aerea, installazione delle direttive UHF per la verifica di funzionalità quale nodo della dorsale nazionale e tante altre iniziative che con l’inverno incombente (scrivo in novembre) resteranno in parcheggio fino a primavera. Una di queste però ha avuto la priorità ed è iniziata subito nel maggio scorso, appena l’ex base è diventata agibile. Mi riferisco ai lavori su uno dei due paraboloidi sud puntati sulla Tolfa: Marco IK4MZJ, con notevole impegno ed ingegno, ha provveduto a rendere agibile il braccio di supporto dell’illuminatore mediante fissaggio di scalini metallici.. Raggiunto il punto focale, l’illuminatore è stato disarticolato dai supporti, calato al suolo (pesa una trentina di chili ed è lungo quasi 1,5 metri) e studiato con attenzione. Dello stesso tratteremo con dovizia di particolari in altro articolo tecnico: per ora basti dire che si tratta di un illuminatore piramidale tipo Horn, sistema “Cross”, operante a 906 MHz (frequenza di collaudo) che irradiava in potenza (10 KW) in polarizzazione verticale direttamente alimentato da guida d’onda ITE (I-T-E Circuit Breaker Co.) tipo AH-1150 operante tra i 650 e i 1150 MHz. La funzione ricevente, avente polarizzazione orizzontale, era svolta da una linea fessurata logaritmica situata esattamente di fronte all’alimentazione in potenza e collegata ad un cavo coassiale da 2 pollici, che scendeva esternamente parallelo alla guida d’onda fino ai ricevitori, muniti di filtri-cavità onde ottenere adeguata separazione.

 

 

Riprenderemo comunque l’argomento, qui basti ricordare che questo sistema fu messo in sito nei primi anni ’60 e che deriva da un progetto sviluppato attorno al 1955 (!),  e che ora il punto focale di uno dei paraboloidi da 20 metri è agibile e predisposto per accogliere illuminatori tarati su frequenze di interesse amatoriale per qualsivoglia sperimentazione si ritenga di poter sviluppare, disponendo all’incirca di 45 Db a 1200 MHz , di 49 Db a 2400 MHz, oppure “accontentandosi” di 35 -38 Db a 70 cm o 25-30 Db a 144 MHz. Lo so, il paraboloide è fisso, ma il mondo è fatto così: qualcosa ti nega sempre. Posto comunque che nessun radioamatore potrà mai disporre di una parabola di 20 metri di diametro posta a 1500 metri s.l.m che gira come una trottola., se si vuole sperimentare conviene “accontentarsi” di una fissa, che è già un miracolo che sia lì a disposizione. Tanto più che alla Tolfa ce ne sono altre due che fanno l’occhiolino a quelle del Giogo, puntate con la precisione di 1 grado!

Oltre a ciò si è provveduto a sviluppare un nutrito programma di potenziali iniziative per l’anno in corso incentrate sul Monte del Giogo, delle quali daremo conto nei prossimi mesi. Una di queste, molto gradita, è comunque possibile anticiparla fin d’ora, in quanto ormai definita nelle linee essenziali: alla fine di giugno l’ex base Troposcatter ospiterà il I° Meeting Europeo SOTA, in una cornice che difficilmente avrebbe potuto coniugare meglio gli elementi costituenti, la montagna e la radio, di questo simpatico sodalizio.

  Onore al merito

Ed ora le citazione al merito, perché qualcuno che ha voglia di alzare “la schiena” dalla seggiola ancora c’è, ed è giusto che gli sia riconosciuta adeguata gratitudine ed equo tributo.

Oltre agli amici già citati, instancabili nella loro opera, ricordo che il Digipeater è interamente opera di Lodovico IK4MGV, gestore dell’omonimo sito internet che ospita anche quello del Gruppo Scatter, e che tutto quanto attiene alla sicurezza del compendio è dovuto alla instancabile e professionale opera di Nello I4TMK, senza il quale non sarebbe stato possibile disporre di tanta efficienza.

Altrettanta professionalità e interesse ha dimostrato l’opera di Stefano IW5CBL, artefice delle tratte WiFi (lunghe e impegnative) che hanno consentito di “cablare” la vetta, mettendola nelle condizioni di fruire di tutti i servizi necessari.

Sarebbe stata arduo l’allestimento delle rete elettrica senza l’instancabile lavoro prestato dall’amico Gianni I4QGF, del CISAR di Fidenza. Un ringraziamento anche all’opera di Filippo I4TDK, di Franco IW4DAT, il primo investito di competenze variegate e pressanti, ivi comprese quelle culinarie, nonché di Bruno IZ5FYC. Aiuto prezioso è inoltre venuto da Giuseppe IW5CGM , da Angelo I4IMY e da Giacomo I4CQO, instancabile istruttore di telegrafia che sul Giogo ha allestito un impianto campale per prove di validità in HF.

L’attività di collegamento e di organizzazione con l’ARI, il Gruppo Scatter la deve al Presidente CRER  Giangiacomo  I4FGG, attivissimo e prezioso coordinatore per tutti gli aspetti “logistici” e burocratici.

Quanto fatto è certamente tanto, ma esprimendoci in percentuale potremmo dire che è stato gloriosamente  raggiunto circa  il 20% di quanto è necessario fare: il restante 80% sarà portato a termine in un lasso di tempo la cui entità dipenderà  dalla collaborazione e dalle disponibilità che perverranno all’iniziativa.

Per qualsivoglia necessità, comunicazione, osservazione, richiesta o quant’altro: montegiogo@libero.it


 

  Didascalie

Copertina/apertura) Paraboloide sud Monte del Giogo: issata la bandiera sul supporto dell’illuminatore.

Foto 01) Il Monte del Giogo vestito d’autunno visto dal versante sud-ovest.

Foto 02) E’ il 3 settembre dello scorso anno e viene immortalata la visita del Presidente Nazionale ARI  in vetta, assieme al Presidente CRER; da sinistra: IW4AID Paolo, I4TDK Filippo, I4YMB Nicola, I4QGF Gianni, I4FGG Giangiacomo, I4AWX Luigi, I1ANP Mario, IK4MZJ Marco e IK4MGV Lodovico, ripresi davanti ai due paraboloidi sud dell’ex base Troposcatter “Livorno”.

Foto 03) La sommità del traliccio “schiacciata” dal teleobiettivo contro il massiccio dell’Alpe di Succiso che emerge da uno stupendo lago di nebbia. In evidenza i due paraboloidi da 3 metri della tratta a 4,9 GHz che collegava la base “Livorno” del Monte del Giogo con il Centro Trasmissioni del Monte Venda (PD), con il Veneti Troposcatter di Portogruaro e con la base Troposcatter Bresciana sita sul Dosso dei Galli, presso il Passo Maniva.

 

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WEBMASTER  IK4MGV Data ultima rev.  12/01/2012