A.R.I. TROPOSCATTER ITALIA  "GRUPPO MICROONDE  MONTE DEL GIOGO E MONTE MAGGIORE"

M O N T E DEL  G I O G O

COMANO  (MS )                             EX BASE NATO TROPOSCATTER " LIVORNO"

ARI

 

PUBBLIACAZIONE APPARSA SU  R.R. DEL 06/2006

 

RADIOAMATORI  ITALIANI

GRUPPO SCATTER MONTE DEL GIOGO

MONTE DEL GIOGO

Comano (MS)

 

L’ex sito Troposcatter NATO del Monte del Giogo all’ARI

 

L’avvenuto accordo tra l’A.R.I. e il competente Ufficio del Demanio in merito all’assunzione in concessione dell’ex sito Troposcatter NATO del Monte del Giogo (compreso nel comune di Comano, in provincia di Massa Carrara, a ridosso del confine con le province di Parma, Reggio Emilia e Lucca e all’interno del Parco Nazionale Tosco-Emiliano) è, come si suol dire, una gran bella notizia e un passo di notevole importanza nella direzione voluta compiuto dall’Associazione.

Ci siamo infatti sempre chiesti chi, se non l’A.R.I., avrebbe dovuto farsi carico di valorizzare questi siti che hanno integrato la più importante dorsale di radiocomunicazione terrestre basata sulla allora neonata tecnica Troposcatter, la quale per trent’anni ha veicolato il più corposo e complesso sistema informativo di controllo e comando di difesa Occidentale.

Questi sistemi di antenne, oggi bellissimo esempio di radio-archeologia militare, rappresentano un irripetibile modello tecnologico che merita protezione e conservazione, a ricordo di una tecnologia all’epoca estremamente all’avanguardia. L’importanza della funzione difensiva allora espletata, ha determinato l’edificazione di questi poderosi sistemi (parabole da 20 metri di diametro poste a oltre 1500 metri di quota non sono cosa da poco), che a fini storici, sociali e tecnici non possono che essere salvaguardati, se non altro come testimonianza di un preciso segmento evolutivo delle radiocomunicazioni oltre che come campo sperimentale e habitat museale. Non è casuale l’immediato interesse che l’iniziativa A.R.I.  per il Monte del Giogo ha destato presso la facoltà di ingegneria delle comunicazioni dell’Università di Parma.

Probabilmente in futuro si parlerà diffusamente degli aspetti tecnici a cui erano asserviti questi siti, colmi di peculiarità di estremo interesse tecnologico ancora oggi di grande attualità e delle iniziative che lo stesso Ateneo parmense intende sviluppare in collaborazione con l’A.R.I..  In queste righe però, prima di ogni altra cosa, è necessario spiegare ai lettori, sia pur  brevemente, la natura e le finalità di questi presidi (in Italia ne esistevano una decina) e in cosa consisteva il network di comunicazione NATO ACE- HIGH, nel quale l’acquisito compendio del Monte del Giogo svolgeva la sua importante funzione.

 

Un po’ di storia: i network wideband terrestri

Come abbiamo accennato nella precedente notizia apparsa sul numero di febbraio di R.R., negli anni ’50 la NATO si trovò nella necessità di disporre di un autonomo ed affidabile sistema di comunicazioni wireless, capace di coprire tutto il territorio di sua competenza. Esso aveva l’onere di collegare tra di loro i principali centri operativi radar di risposta rapida con i siti esecutivi e i vertici di comando, quindi doveva possedere notevoli doti di affidabilità e sicurezza. Essendo l’era dei satelliti ancora lontana, si optò per un sistema terrestre allora di recente adozione basato sulla tecnica Troposcatter. Il network, che nel periodo di massimo impiego si estendeva per ben 8300 miglia, fu denominato ACE-HIGH Project e nel nostro paese contava una decina di stazioni operate per conto NATO da reparti del nostro Genio Trasmissioni. Il sistema, come già accennato, operava a larga banda in quadrupla diversità avvalendosi di parabolidi di 20 metri di diametro su frequenze comprese tra gli 800 e i 1000 MHz, veicolando in continuazione 570 canali telefonici, 260 canali telegrafici e 60 circuiti dati, le cui informazioni confluivano nei centri di destinazione e comando mediante linee dedicate a microonde (4,9 GHz).

La ACE-HIGH Nato’s Troposcatter Relay Network, esteso dalla Norvegia alla Turchia, rappresentava il ramo sud del sistema mondiale di comunicazione Troposcatter a larga banda annesso ai radar di allarme immediato (funzione oggi svolta dai network satellitari), che aveva l’onere di formare una solida “cintura” di interconnessione tra i radar posti sui confini tra il mondo libero ed i paesi aderenti al Patto di Varsavia, quindi nello spazio intercorrente tra lo stretto di Bering e la Turchia.  Per capire l’essenza dell’universo elettromagnetico con il quale la rete ACE della NATO (quindi il sito del Monte del Giogo che ne costituiva un importante punto nodale) avevano a che fare, proponiamo una breve descrizione della rete Troposcatter mondiale di difesa distaccata, attiva dal 1955 al 1990.

 

 

Tutto iniziò a cavaliere del 1950 con l’esito di una consulenza commissionata dal governo statunitense al Massachusetts Institute of Technology (MIT ), la quale stigmatizzò l’estrema vulnerabilità di U.S.A. e Canada sulla linea artica.

La risposta fu immediata e consistette nella decisione di installare 63 radar di primo allarme

disposti su 3000 miglia tra Alaska, isola di Baffin e Groenlandia.

L’esecuzione venne immediatamente assegnata alla AT&T, quindi alla Bell Laboratories e alla Western Electric’s  con termine consegna (rispettato) 31 luglio 1957: in 4 anni furono costruiti 3000 miglia di rete radar sul 70° parallelo a 200 miglia dal circolo polare artico e a circa 1400 miglia da Polo Nord. La DEW-LINE, così venne chiamata la rete (da Distant Early Warning Line Linea Distaccata di Allarme Immediato), integrava un sistema Troposcatter misto line-of-light. 

Nel 1958 venne attivata la rete WACS (Withe Alice[1] Comunication System) progettata dall’ USAF e dalla Bell in collaborazione con la WECO (Western Electric Company), composta da 25 stazioni Troposcatter di comunicazione radar di primo allarme. Nel 1960 la WACS  venne estesa attraverso l’Alaska sud orientale in supporto alla DEW-LINE.

Nel 1960 l’USAF e la RAF chiusero il cerchio tra Groenlandia, Islanda, Scozia e Inghilterra del Nord, attraverso le isole Faeroe con la rete NARS (North Atlantic Radio System) composta da 5 stazioni Troposcatter di elevata potenza (50 KW) asservite ai radar USAF di  Rokville e di Hofn in Islanda e al radar danese delle isole Faeroe, a quello scozzese di Buchan  e la base di Fylingdales in Inghilterra, sede quest’ultima del BMEWS  (Ballistic Missile Early Warning System). Si noti, particolare di grande importanza, che la stazione Troposcatter delle isole Faeroe, era anche capomaglia del sistema Troposcatter ACE-HIGH della NATO di cui qui ci occupiamo.

Con la DEW-LINE, la WACS e la NARS gli U.S.A.  avevano reso impenetrabile il fronte nord compreso tra lo stretto di Bering e l’Inghilterra: qualsiasi tentativo di invasione sarebbe stato rilevato dalle stazioni radar e le informazioni e i tracciati avrebbero immediatamente percorso i link Troposcatter e MW verso gli stessi U.S.A. e attraverso la rete ACE-HIGH l’allarme si sarebbe diretto verso i comandi NATO europei,  giù fino alla Grecia ed alla Turchia,

La tecnologia Troposcatter ebbe ottimo successo anche nelle unità operative dell’US ARMY. Nel 1964 infatti questa sviluppò una rete europea basata sulla medesima tecnologia denominata ET-A System (European Troposcatter-Army), interfacciata con una analoga creazione dell’USAF denominata 486L Mediterranean Communications System (MEDCOM), estesa dalla Germania alla Turchia, passando per la Francia, l’Italia (Coltano, Roma e Napoli) e la Grecia, che all’occorrenza potevano interagire con il network ACE-HIGH.

Oltre a queste reti, dal 1955 al 1980 in Europa hanno operato alcune unità delle Trasmissioni dell’US. ARMY (Army Signal Unit) e dell’USAF che impiegavano reti di comunicazione Tropo e MW a larga banda estese in Francia, Germania, Inghilterra e Italia.  Alla fine degli anni ’60 operavano in Europa tre distinte reti militari dell’US ARMY: la European Broadband Communications System, la Joint Microwave System, e la  European Tropo-Army System. L’insieme di queste reti formava la ECWS o EWCS (European Wideband Communications System), che  si estendeva da Bremerhaven, città del nord della Germania non distante da Brema, posta sulla foce del Weser, a Coltano, tra Pisa e Livorno.

Di questo variegato e complesso contesto elettromagnetico il network  ACE-HIGH di cui ci stiamo occupando, costituisce l’appendice sud o europea. Il suo sviluppo iniziò, come detto, per decisione dell’STC (Shape Technical Centre). La rete fu autorizzata nel 1956 con denominazione generica di Hot Line Project, poi divenuta ACE-HIGH Project (Allied Command Europe), sovente definita ACE HIGH - NATO's Troposcatter Radio Relay Network e i siti passarono sotto il diretto controllo delle locali forze NATO: i siti italiani erano quindi dipendenti dal Comando AFSOUTH  (Allied Forces Southern Europe) di Napoli, che dal 2004 ha assunto la denominazione di Joint  Force Command, Naples (JFC, Naples).

 

Perché noi?

Chiarito, a grandi linee, che cosa era e che importanza rivestiva questo sito nell’ambito della difesa del mondo occidentale negli anni della guerra fredda, due parole sul “Perché noi?”

Il “Gruppo Microonde Scatter Monte del Giogo”, che si è venuto a formare in seno alla Sezione A.R.I. di Parma, a conoscenza della disponibilità della Agenzia del Demanio a concederci l’uso di questa ex base NATO, ha subito caldeggiato il progetto presso il CRER e, tramite questi, il C.D.N. . 

Se da una parte, l’obiettivo minimo identificato può essere la semplice salvaguardia di questo sito “radio-archeologico” dalla quasi sicura demolizione per il recupero dei metalli (100 tonnellate tra allumino ed acciaio), la consistenza delle superfici coperte è tale da poter accogliere altri partners nel progetto dando così corpo alle convenzioni sottoscritte con MIUR e AGESCI;  inoltre, l’Ente Parco ed al Comune di Comano si sono dichiarati assolutamente interessati alla cooperazione.

In sintesi, il “Monte del Giogo” dovrebbe diventare nel tempo un Centro Multidisciplinare di ricerca, che pone l’A.R.I. capofila di un Pool di istituzioni che hanno colto nel progetto l’opportunità di vedere soddisfatte le proprie esigenze di ricerca e le aspettative dei rispettivi associati.

Come noi utilizzeremo, nello specifico, questa ex base NATO, sarà tema di discussione alla I Consensus Conference di Pordenone: nascerà dalla volontà delle Sezioni la strategia per l’impiego radioamatoriale della struttura.

Rimandiamo quindi ad un prossimo articolo ogni dettaglio concernente le opportunità che verranno date a tutti quei soci che vorranno frequentare il “Monte del Giogo”.   

 

I4FGG Giangiacomo

IW4AID Paolo


 

[1] Alice è  l’acronimo  di AL(aska)  I(ntegrated)  C(omunications)  &  E(lectronics).

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WEBMASTER  IK4MGV Data ultima rev.  12/01/2012